montare
v. intr. e tr. [der. di monte] (io mónto, ecc.; come intr., aus. essere). – 1. intr. a. Andar su, muovere verso un luogo più alto: Né mai qua giù dove si monta e cala Naturalmente, fu sì ratto moto (Dante); è sinon. di salire, al quale si preferisce quando si voglia indicare un movimento fatto d’un balzo, oppure il fatto di salire con una certa fatica: m. sopra un tavolo, sulla sedia; m. sulle spalle di qualcuno; m. per le rocce, o su una roccia. Con riferimento a strade: il punto dove il sentiero monta più ripido; o a qualsiasi elemento che abbia sviluppo verticale (spec. il part. pres. montante, con valore di sostantivo). Seguito dall’indicazione di un mezzo di trasporto o sim.: m. a cavallo, m. in sella (anche assolutam.: Monti chi è a piè, chi non è armato s’armi, Ariosto); m. in carrozza, in vettura, in macchina (anche qui con uso assol.: monta!, monta su!, per invitare altri a salire in vettura); m. in bicicletta; montata sopra una barchetta se ne fuggì a Lipari (Boccaccio). In locuz. particolari: m. in cattedra, anche nel senso fig. di fare il saccente; m. a riva, nel linguaggio marin., salire in alto sull’alberatura. b. Di astri, salire sull’orizzonte: E ’l sol montava ’n sù con quelle stelle Ch’eran con lui ... (Dante). c. Di liquidi, crescere raggiungendo un livello più alto: l’acqua monta nella stiva; col montar della piena. Con sign. più vicino a salire, in espressioni di senso traslato: il vino gli è montato alla testa, gli ha annebbiato il cervello, la coscienza; se qualcuno lo contraddice, gli monta subito il sangue alla testa, s’infuria, perde il controllo di sé. Di uova, panna, e sim., crescere, gonfiarsi, in seguito a frullatura o altra operazione analoga: la panna non vuol montare. 2. intr. In usi fig.: a. Crescere, farsi più grande, più forte: La speme incerta, e ’l desir monta e cresce (Petrarca); poi che a montar cominciò la ferocità della pistolenza (Boccaccio); sento il cattivo umore che monta come acqua sporca in un lavandino col foro di scarico otturato (Domenico Starnone); quindi, crescere in potenza: Non era vinto ancora Montemalo Dal vostro Uccellatoio, che, com’è vinto Nel montar sù, così sarà nel calo (Dante). b. non com. Ammontare: la spesa monta a centomila euro. c. Seguito dalla prep. in e da un sost. indicante moti improvvisi dell’animo, equivale generalmente al verbo corrispondente a quel sost.: m. in collera, incollerirsi; m. in furia, in furore, infuriarsi; m. in bestia, imbestialirsi; m. in superbia, insuperbirsi; m. in rabbia, arrabbiarsi: orsa, che senta Duro spiedo nel fianco, in rabbia monta (T. Tasso). d. ant. o letter. Importare: disse allora Filomena: Questo non monta niente (Boccaccio); Ma son mille! più mila! – Che monta? (Berchet). e. ant. Giovare: le parole furono assai, ma niente montarono (Boccaccio). 3. tr. a. Nel senso proprio, sinon. meno com. di salire: m. le scale; bisogna m. ancora cinque scalini. b. Cavalcare: montava un cavallo bianco; anche assol.: ha imparato a montare con abilità. c. Negli accoppiamenti di animali, unirsi con la femmina; anche con uso assol.: il baio non vuole m.; per estens., volg., riferito a persone. d. M. la guardia, la sentinella, assumere il servizio di guardia, stare di sentinella (con allusione al fatto che, originariamente, si stava di vedetta in posti o luoghi elevati); anche come intr., m. di guardia, m. di sentinella; per estens., m. in servizio, iniziare a compiere il proprio turno di lavoro: il guardiano monta in servizio alle otto; con uso assol.: la guardia monta alle nove; il secondo turno monta a mezzogiorno. e. Con valore causativo, far crescere: m. la panna, le chiare d’uovo, frullarle in modo che aumentino di volume. f. In senso fig., m. la testa a qualcuno, farlo salire in superbia, fargli credere di possedere qualità e capacità assai superiori a quelle effettive; con soggetto di cosa: il successo gli ha montato la testa; anche intr. pron., nella locuz. montarsi la testa, esaltarsi, insuperbirsi. Con altre accezioni: m. un fatto, una situazione e sim., esagerarne l’importanza, le proporzioni, i possibili effetti; m. una persona (contro un’altra), adoperarsi in ogni modo affinché nutra nei confronti di un’altra (o di altre) sentimenti di astio, ostilità, rancore e sim.: la moglie lo ha montato contro di noi; si comporta così perché è stato montato dai familiari. g. Fornire qualche cosa del necessario supporto: m. una fotografia, una diapositiva; m. una litografia; un ritratto montato all’inglese; una pietra montata a giorno, incastonata in modo che risulti quasi completamente visibile da ogni parte. h. Mettere insieme pezzo per pezzo, anche in base a uno schema predisposto, una struttura, una costruzione, un impianto, un congegno e sim.: m. una bicicletta, una macchina; m. un’impalcatura, una tenda, installarle; per estens., non com., m. una casa, arredarla. i. Eseguire le operazioni di montaggio di un film. In senso più ampio, m. un film, uno spettacolo, programmarlo, organizzarlo, provvedere all’allestimento. ◆ Part. pres. montante, che monta, che sale: fra le nubi in alto Il montante aghiron (L. Alamanni); la marea montante; fig., che tende rapidamente a crescere, o ad aumentare la propria forza, il proprio potere: il malcontento, la contestazione montante; il proletariato montante. Con valore di agg.: colonna montante, v. colonna; in araldica, attributo dei crescenti con le corna volte verso l’alto, e delle fiamme, delle api, dei gamberi e di altre figure volte verso il capo. Per l’uso come s. m., con varî sign. tecnici partic., v. montante. ◆ Part. pass. montato, anche come agg. in alcuni sign. del verbo: panna montata; cavaliere ben montato, che cavalca un buon cavallo; con altro sign., e uso assol., riferito a persona, esser montato, darsi troppa importanza, esser troppo pieno di sé; nel gergo di teatro, un attore montato, molto impegnato nell’interpretazione; pubblico ben montato, emotivamente partecipe del dramma rappresentato sulla scena.