minimal-chic
loc. agg.le inv. Che risulta elegante per la sua essenzialità e la sua sobrietà. ◆ Tra le novità dell’estate anche l’aperitivo al lussuosissimo Bulgari, da gustare nel giardino allestito come un salotto minimal-chic. Qui l’ambiente, così come il pubblico, è davvero elegante e formale. (Laura Vincenti, Corriere della sera, 3 luglio 2004, p. 51, Cronaca di Milano) • Ciriole con porchetta e in formato «finger food», tantissimi piatti che hanno segnato il successo del locale di [Antonello] Colonna (dai cappelletti di castrato, alla zuppa di cipolle con tortelli di piccione, al cheesecake ricotta e mandarino) nei venti anni trascorsi dal luglio 1985, quando trasformò la tranquilla osteria dei genitori in un locale minimal-chic. (Giacomo A. Dente, Messaggero, 22 marzo 2005, p. 35, Cronaca di Roma).
Composto dall’agg. ingl. minimal (‘minimale, essenziale’) e dal s. m. e agg. fr. chic (‘elegante’).
Già attestato nel Corriere della sera del 4 febbraio 1998, p. 13 (Paola Annichiarico).