mela
méla s. f. [lat. pop. mēlum (gr. attico μῆλον) per il classico malum (gr. dorico μᾶλον)]. – 1. a. Il frutto del melo, noto in botanica col nome di pomo (è in realtà un falso frutto, perché la parte carnosa della mela deriva dallo sviluppo del ricettacolo e non dall’ovario, che è infero): ha forma varia, per lo più sferica, un po’ depressa, ombelicata alle due estremità, con polpa croccante, talora farinosa, e buccia di vario colore. Le numerose varietà si classificano commercialmente in mele da tavola e da cuocere, oppure, a seconda del periodo di maturazione, in mele estive, autunnali e invernali; in questi tre gruppi si distinguono poi sottogruppi a seconda della forma del frutto che può essere tondo, appuntito, piatto e oblungo (tra le migliori varietà da tavola sono da citare: annurca, api piccolo, belfiore giallo, deliziosa, golden, limoncella, renetta, rosa); dalle mele si ottengono anche marmellate, gelatine, sciroppi, sidro, aceto, bevande spumanti. In similitudini, con riferimento soprattutto alla faccia: viso tondo, fresco, bianco e rosso come una mela. b. Denominazione di altri frutti: m. cotogna (o semplicem. cotogna), il frutto del cotogno; m. granata, la melagrana. 2. fig. Al plur.: a. Le gote rosee e tondeggianti, soprattutto di bambini o di ragazze floride. b. fam. Le natiche; meno com., le mammelle. c. In usi region., poco com., botte, percosse, nella locuz. prender le m., essere picchiato, e per estens. rimanere sconfitto, perdere; e analogam., dar le m., picchiare, vincere, sopraffare. 3. Con altri usi estens. e fig.: a. Nome di varî oggetti in forma di mela o di palla. Nel gergo sport. ha talvolta indicato la palla del tennis o il pallone di gioco della pallacanestro. b. A Firenze, taglio di carne (detto anche mela di culaccio), la parte più alta, centrale, della polpa di coscia del taglio nazionale. c. La Grande Mela, appellativo familiare (ingl. the Big Apple, più raram. the Great Apple) con cui negli Stati Uniti d’America è chiamata la città di New York, prob. ampliamento antonomastico della metafora (Apple) con cui già negli anni ’30 i musicisti jazz usavano indicare le grandi città. ◆ Dim. melétta, melina; vezz. o spreg. melùccia, meluzza; accr. melóna; pegg. melàccia.