mediatore
mediatóre s. m. (f. -trice) [dal lat. tardo mediator -oris, der. di mediare «interporsi, esser mediatore»]. – 1. a. In genere, chi s’interpone fra due persone cercando di portarle a un accordo, di far concludere loro una trattativa, ecc.: ricorrere all’opera di un m.; fare da m.; offrirsi come m.; essere m. di pace fra due contendenti (anche, ente, organismo, governo, ecc., che intervengono a fare opera di mediazione per favorire la soluzione di controversie o la stipulazione di accordi internazionali: farsi m. tra due nazioni in conflitto); m. culturale (o interculturale), chi svolge la professione di mediare tra due o più culture, talora molto distanti l’una dall’altra, al fine di favorire l’inserimento di persone immigrate assistendole nei loro rapporti con la pubblica amministrazione, le strutture sanitarie ed educative, la comunità sociale del paese ospitante. b. Persona che esplica attività di mediazione nella stipulazione di un contratto, sia occasionalmente, sia con carattere di professione, riconosciuta dalla legge e autorizzata dall’iscrizione in appositi ruoli presso le camere di commercio: m. d’affari; m. di borsa, per la negoziazione dei valori in borsa; m. marittimo, per la stipulazione di contratti di costruzione, compravendita, locazione e noleggio di navi, e contratti di trasporto marittimo di cose. c. In senso estens. e fig.: i sensi sono m. fra l’intelletto e gli oggetti esterni; in partic., il m. divino, Cristo, in quanto intercede presso il Padre a favore degli uomini (v. mediazione). d. Con valore di agg., che riguarda la mediazione: opera, funzione mediatrice; che fa opera di mediazione: governo m.; la Vergine mediatrice di grazie. 2. In neurochimica, m. chimici, sostanze, generalmente aminiche o peptidiche, che si liberano dalle terminazioni nervose, a livello delle sinapsi, e che trasmettono l’impulso nervoso da neurone a neurone o da neurone a qualsiasi altra cellula effettrice (per es., fibra muscolare striata o liscia, cellula ghiandolare).