lustro1
lustro1 agg. e s. m. [der. di lustrare1]. – 1. agg. Che ha la superficie lucente (di propria natura o perché lustrato); è in genere sinon. di lucido, da cui oggi tende a essere sostituito nella maggior parte dei casi: pelo l.; capelli l.; scarpe l.; pavimento l.; mobili l.; avere gli occhi l., per aver pianto, per commozione, per febbre, per aver bevuto troppo: guardandolo timidamente nel viso, cogli occhi l. di lagrime (Verga); fare gli occhi l., di chi si commuove o sta per piangere; viso l., naso l., per l’untuosità della pelle; ha fatto il viso l., di chi si è messo bene in carne; era tutto bello l., di persona pulita, lisciata e vestita con gran cura. Fig., stare l., con lo stesso senso fig. di stare fresco (v. fresco1, nel sign. 1 c): se ci scoprono, stiamo l.!; stai l., se aspetti qualche aiuto da lui! 2. s. m. a. Lucentezza, proprietà che ha una superficie di riflettere la luce (soprattutto quando viene conferita artificialmente): dare il l. ai mobili, al pavimento; il marmo, l’ottone, le scarpe hanno perso il l.; il panno va stirato con una pezza umida perché non prenda il lustro. b. poet. Lume, splendore: Ed ecco un l. subito trascorse Da tutte parti per la gran foresta (Dante); Tutti volsero gli occhi alla finestra, Quasi a vedere il l. della vampa (Pascoli); con un l. di gioia maligna negli occhi e nei denti (Pirandello). c. Punto luminoso che brilla di luce riflessa su qualche oggetto. In pittura, il massimo chiaro, che viene espresso con un tocco di colore chiaro, puro, e spesso di biacca, nel punto dove maggiormente si riflette la luce (per es., sulla pancia di una bottiglia). d. In senso concr., materia con cui si rende lustra una superficie; in partic., la crema per calzature, detta oggi più comunem. lucido. e. L. metallico: nell’arte e nell’industria ceramica, l’effetto decorativo ottenuto mediante l’applicazione di metalli (platino, oro, argento, ecc.) in strato sottile sui manufatti (ceramiche, vetri, ecc.). 3. s. m., fig., letter. Merito che rende illustre e onorato; nobiltà, prestigio, decoro: serbare il l. ereditato dagli avi; con quell’impresa il suo nome acquistò nuovo l.; accrescere l. al paese, alla propria città; i nuovi soci danno l. all’Accademia; essendo ormai capostazione di prima classe e dirigente centrale, averlo per compare dava lustro (Domenico Starnone). Anche, la persona o la cosa che costituisce vanto e decoro: fu il l. della sua famiglia. 4. s. m. Nome livornese e napoletano del pesce muggine.