lisca
s. f. [dal germ. liska «giunco, carice»]. – 1. Ciascuna di quelle piccole schegge legnose che cadono dal fusto della canapa o del lino durante la gramolatura. 2. a. La spina dorsale dei pesci e in genere il loro scheletro: togliere la l. alle acciughe salate per metterle sott’olio. Anche, ciascuno degli elementi ossei o cartilaginei che costituiscono lo scheletro, e in partic. quelli che comunem. si chiamano anche spine: un pesce pieno di lische; m’è rimasta una l. in gola, e per poco non mi strozzavo. Prov., ogni pesce ha la sua l., ogni bene ha il suo lato negativo. b. non com. Il ramo di palma che si pone sulla croce dalla domenica delle Palme all’Ascensione (così detto per una certa sua rassomiglianza con la lisca del pesce). 3. estens., tosc. a. fam. Una quantità minima, un pezzettino, un briciolo (soprattutto di cibi): c’è appena una l. di cacio; non m’ha lasciato neppure una l. di dolce. b. Avere la l. (o avere la l. in bocca, in gola), essere bleso, pronunciare male la s. Di qui, lisca, la pronuncia difettosa, simile a una l, della s seguita da consonante, diffusa nel Logudoro settentr. e, soprattutto nel passato, a Livorno. 4. In botanica, nome di piante appartenenti alla famiglia tifacee e a varî generi della famiglia ciperacee. ◆ Dim. lischétta, lischettina.