liquefare
v. tr. [dal lat. liquefacĕre, comp. del tema di liquere «essere liquido» e facĕre «fare»] (io liquefàccio o liquefò, tu liquefài, egli liquefà, noi liquefacciamo, voi liquefate, essi liquefanno [meno corrette le forme lìquefo, lìquefa, lìquefano]; per il resto, coniug. come fare). – 1. a. Rendere liquido, far passare un corpo dallo stato solido allo stato liquido (sinon. generico, quindi, di fondere, sciogliere): l. la cera, il ghiaccio; ; l. il cioccolato a bagnomaria; non com., struggere: l. il grasso, il lardo e sim.; fig., raro, l. un capitale, consumarlo, ridurlo a niente. b. intr. pron. Passare allo stato liquido, sciogliersi: ai primi raggi del sole, la neve si liquefece; la grave nebbia ... incominciò di vena A liquefarsi in lentissima pioggia (Giusti); iperb., di persona, sciogliersi in sudore: liquefarsi al sole, accanto al fuoco; fig., consumarsi, dissolversi: in pochi mesi, tutti i nostri risparmî si sono liquefatti. 2. In fisica, con senso specifico, far passare un corpo dallo stato gassoso allo stato liquido: l. un gas, l. l’aria. Come intr. pron., liquefarsi, di un gas, passare allo stato liquido. ◆ Part. pass. liquefatto, anche come agg., nel sign. più comune e in quello specifico della fisica: neve, cera liquefatta, ghiaccio liquefatto; gas liquefatto; e in usi iperb. o fig.: ero liquefatto dal grande caldo; il sole ci pioveva addosso liquefatto, per la interminabile landa (Abba).