letterale
(ant. litterale) agg. [dal lat. tardo litteralis]. – 1. a. Che riguarda la lettera di uno scritto, che si attiene cioè al significato più ovvio e per così dire esterno delle parole, in contrapp. allo spirito, cioè al significato riposto, o, in altri casi, al senso allegorico: senso, interpretazione l. di una frase, di un’espressione; questa è la litterale esposizione de la prima parte (Dante); parla sotto due sensi: l’uno letterale, l’altro allegorico (Buti); interpretazione l. della legge, in diritto, l’interpretazione che attribuisce alla norma giuridica il senso che risulta dal significato proprio delle parole nella loro connessione; traduzione l., che rende parola per parola il testo originale. b. Che concerne una lettera dell’alfabeto o il suono ch’essa rappresenta: scarto l., in enigmistica, distinto dallo scarto sillabico (v. scarto2); dislalìa l., distinta dalla dislalìa sillabica (v. dislalia). 2. In matematica, che si esegue o è rappresentato con lettere (invece che con numeri): calcolo l., calcolo che opera su quantità (per es., numeri razionali, o reali, o complessi) indicate mediante lettere, indipendentemente dai particolari valori che, caso per caso, possono loro attribuirsi; espressione l., ogni scrittura che indichi formalmente il risultato di una o più operazioni da eseguirsi su lettere. ◆ Avv. letteralménte, alla lettera: interpretare, tradurre letteralmente; fam., nel vero senso della parola (cioè senza esagerazione, in senso non metaforico): sono letteralmente sfinito; la sala era letteralmente gremita di gente.