israelopalestinese
(israelo-palestinese), agg. Che coinvolge i governi e le popolazioni israeliana e palestinese. ◆ Amara ironia, che rovescia su ebrei, vittime millenarie della cristiana calunnia del sangue, il rito del sacrificio umano collettivo e invasato, dell’ostensione delle mani affondate nel sangue dell’ucciso, della furia collettiva sul cadavere, offerta alla telecamera. C’è un doppio linguaggio nella tragedia israelopalestinese. Contenuto e introverso di qua, urlato e spalancato di là; distante di qua (i proiettili di gomma, mortali beninteso – ma è la morte da lontano – i lacrimogeni, i missili dal cielo), ravvicinato di là, a tiro di sasso e di fionda, a portata di coltello e di mano che affonda nelle interiora e se ne esalta. (Adriano Sofri, Repubblica, 19 ottobre 2000, p. 1, Prima pagina) • George [W. ] Bush doveva fare un discorso. Stava cercando un argomento che gli desse qualche sostanza. Qualcosa che distogliesse l’attenzione dai fiaschi d’Iraq e d’Afghanistan. Qualcosa di semplice, ottimistico, facile da dar da bere. In un modo o nell’altro, è saltata fuori l’idea di un «meeting» fra leader per promuovere il «processo di pace» israelo-palestinese. (Uri Avnery, Manifesto, 22 novembre 2007, p. 3) • Pochi giorni fa, in un’intervista rilasciata a vari quotidiani nel suo ufficio a Gerusalemme, [Tony] Blair ha detto che un accordo di pace israelo-palestinese entro il 2009 – come sancito dalle recenti intese di Annapolis – è realizzabile, anche se rappresenta una «grande sfida». (Osservatore romano, 9 febbraio 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso israelo- (a sua volta derivato dall’agg. israeliano) aggiunto all’agg. palestinese.
Già attestato nella Repubblica del 29 novembre 1984, p. 9, Politica estera (Avigdor Livni), nella variante grafica israelo-palestinese.