inverno
invèrno s. m. [lat. hibĕrnum (tempus) «stagione invernale», dall’agg. hibernus «invernale» affine a hiems «inverno»]. – Quarta stagione dell’anno, compresa, per gli astronomi, fra il solstizio d’inverno (21 dicembre) e l’equinozio di primavera (21 marzo) nell’emisfero boreale (per i meteorologi, fra il 1° dicembre e l’ultimo giorno di febbraio), e fra il solstizio del 21 giugno e l’equinozio del 23 settembre nell’emisfero australe; è la stagione più fredda dell’anno perché i raggi solari investono obliquamente l’atmosfera terrestre e anche perché il Sole rimane un minor numero di ore sull’orizzonte: i. mite, benigno, rigido, crudo, asciutto, piovoso; entrare nell’i. (spesso con allusione all’inizio del freddo più che al vero inizio della stagione); essere nel cuore, nel rigore dell’i ., nel periodo più rigido della stagione; vestiti, panni, coperte da inverno. Per i quartieri d’i. o invernali, v. invernale; per il giardino d’i., v. giardino. Palazzo d’i., nome con cui è noto il palazzo imperiale di S. Pietroburgo, costruito nella seconda metà del sec. 18° dall’arch. B. F. Rastrelli, famoso per l’assalto condotto contro di esso dal popolo nel 1905 e violentemente soffocato nel sangue (il nome si contrappone a quello del Palazzo d’estate, opera dell’arch. D. Trezzini, terminato nel 1714).
◆ Pegg. invernàccio, un inverno assai freddo, o umido, piovoso; poco com. il dim. e vezz. invernùccio, un inverno mite e, quanto al freddo, di breve durata.