ingrato
agg. [dal lat. ingratus, comp. di in-2 e gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Non gradito, e quindi sgradevole: un odore, un sapore i.; ha una voce i., un tono di voce i.; con litote: ne serbo un ricordo non i.; anche di cose che si fanno malvolentieri, che non dànno soddisfazione: uno studio, un lavoro ingrato. 2. Che non ha e non dimostra gratitudine per il bene ricevuto: essere, mostrarsi i. (verso i genitori, verso un benefattore, verso un amico che ci ha aiutati, ecc.); figli, discepoli i.; un animo, un cuore i.; in senso più materiale: non sarò i., frase con cui si promette ricompensa a persona a cui si chiede un favore; i. patria, non avrai le mie ossa, frase proverbiale derivata dalla iscrizione latina ingrata patria, ne ossa quidem mea habes, che Scipione Africano fece incidere sul suo sepolcro. Sostantivato: essere un i., comportarsi da i.; sei il solito ingrato. Con uso fig., terreno i., una vigna i., che non rende in proporzione delle cure che ha ricevuto. ◆ Avv. ingrataménte, con ingratitudine: comportarsi ingratamente; dimenticare ingratamente il bene ricevuto.