incudine
incùdine (ant. o pop. ancùdine, poet. incude e ancude) s. f. [dal lat. incus -udis (lat. tardo genit. -udĭnis), der. di cudĕre «battere il metallo, forgiare»]. – 1. a. Attrezzo del fucinatore, e in genere di fabbri, meccanici, calderai, costituito da un blocco di acciaio (di solito fissato a un ceppo di legno) che ha una faccia superiore piana (tavola) e, generalmente, due sporgenze (corni), una piramidale e l’altra conica; serve soprattutto di appoggio al metallo che, precedentemente scaldato nella forgia, viene tenuto fermo con le tenaglie e battuto energicamente con il martello fino a che acquisti la forma voluta. b. Locuzioni fig.: essere, trovarsi tra l’i. e il martello, essere minacciato contemporaneamente da due pericoli o malanni difficilmente evitabili, e in genere essere in una situazione grave o imbarazzante, in un brutto impiccio; dura più l’i. del martello, resiste più a lungo l’oppresso che l’oppressore. 2. Parte inferiore del maglio sulla quale, nella lavorazione per deformazione plastica dei materiali metallici, si appoggia il ferro da fucinare. 3. In anatomia, nell’orecchio medio, il secondo elemento della catena degli ossicini, foggiato a forma di incudine, che si articola da una parte con la testa del martello e dall’altra con la staffa. ◆ Dim. incudinétta (v.).