imbuto
s. m. [lat. *imbūtum, da imbutus part. pass. di imbuĕre «imbevere»]. – 1. Arnese di metallo, di vetro o di materia plastica, a forma conica, terminante a cannello, usato per travasare liquidi in bottiglie o altri recipienti a bocca stretta e, nella tecnica di laboratorio e in usi pratici, anche per filtrare. 2. a. Per estens., nome spesso assunto a indicare oggetti o, in genere, conformazioni, andamenti che, all’inizio larghi e di forma più o meno circolare, si vadano a mano a mano restringendo: in quel punto la strada forma un i.; spec. frequente la locuz. avverbiale o aggettivale a imbuto: restringersi a imbuto. b. Con accezioni specifiche: i. eruttivo, in vulcanologia, la parte terminale di un camino di esplosione; i. diamantifero, nelle miniere di diamanti, sinon. di camino diamantifero. 3. In zoologia, organo caratteristico dei molluschi cefalopodi, che ha la forma appunto di un imbuto, situato sotto il capo nella parte ventrale, attraverso il quale vengono espulsi dal mantello l’acqua e le sostanze di rifiuto; con l’eliminazione dell’acqua, l’animale riceve una spinta in avanti, per cui l’imbuto funziona anche da organo locomotore. 4. Unità di misura di superficie (pari a m2 249,17) e di capacità per aridi (pari a 3,156 litri), usata a Cagliari prima dell’adozione del sistema metrico decimale. ◆ Dim. imbutino; accr. imbutóne.