grafia
grafìa s. f. [dal fr. graphie, e questo dal gr. -γραϕία (v. la voce prec.)]. – 1. Maniera di rappresentare le parole nella scrittura: g. esatta, inesatta, corretta, scorretta; «hauere» è una g. antica per «avere»; «stassera» è g. erronea per «stasera»; g. fonetica, usata a scopo scientifico per rappresentare esattamente la pronuncia di una parola o anche di una frase, mediante un complesso di segni costituenti il cosiddetto alfabeto fonetico, caratterizzato dalla costante corrispondenza di ciascun segno ai singoli suoni; nell’edizione di codici o di stampe antiche: rispettare, riprodurre la g. originaria; modificare la g., adattare la g. all’uso moderno. È in genere sinon. di ortografia, quando non si riferisca a parole singole; talora usato anche con il sign. di calligrafia, intesa nel suo valore medio, non etimologico, come modo cioè di tracciare i caratteri nella scrittura: ha una g. pessima, illeggibile. 2. Nella tecnica delle telecomunicazioni, è abbrev. usuale di telegrafia, per indicare una comunicazione telegrafica: trasmettere, ricevere in grafia.