gomma
gómma s. f. [lat. tardo gŭmma (anche cŭmma, o gŭmmi, cŭmmi), che è dal gr. κόμμι, voce di origine egiziana]. – 1. a. Nome di varî prodotti dotati di alta deformabilità e elasticità (tecnicamente detti elastomeri), naturali e artificiali: i primi, che formano la g. naturale, detta anche caucciù, sono ottenuti per coagulazione e lavorazione del latice ricavato mediante incisione del tronco da alcune piante tropicali (soprattutto euforbiacee, moracee, apocinacee), chimicamente costituito da polimeri dell’isoprene; i secondi (g. artificiali), di larghissimo impiego, sono ottenuti da polimeri e copolimeri sintetici prodotti con idrocarburi quali il butadiene, lo stirene, il propilene, ecc. (tra le gomme artificiali, di maggior uso sono la g. al polibutadiene, le g. polietere, le g. terpolimeri, le g. termoplastiche): una palla di g., piena di g.; scarpe con suola di g.; salvatacchi di gomma; g. da cancellare, nelle due qualità principali, g. da matita e g. da inchiostro, la prima piuttosto morbida (le qualità molto morbide e quasi plastiche sono note come gomma pane e gomma plastica), la seconda piuttosto dura e resa più scabra per inclusione nell’impasto di finissimo smeriglio; con uso assol., le g., i pneumatici di automobili, biciclette e sim.: far gonfiare le g., cambiare le g. (anche al sing.: lo scoppio di una g., avere una g. a terra, ecc.). G. vulcanizzata, che ha subìto un processo di vulcanizzazione (v.); g. rigenerata, prodotto ottenuto recuperando e riutilizzando, attraverso processi chimici e tecnici di solubilizzazione e depolimerizzazione, la gomma vulcanizzata. Gomma da masticare, o g. americana, nomi ital. del chewing gum. b. G. espansa (o spugnosa), gomma a struttura cellulare, con numerose piccole cavità, che si ottiene aggiungendo al latice di gomma (naturale o sintetica) sostanze atte a trasformarlo in una schiuma cremosa che viene fatta gelificare in appositi stampi, così da ricavare oggetti leggeri, soffici, capaci di mantenere la propria forma (materassi, cuscini, materiale per imbottiture, ecc.). 2. Nome di prodotti (propriam. gommoresine) derivanti dalla degenerazione di alcuni costituenti (pareti cellulari, amido), delle cellule vegetali di determinate piante, che all’aria induriscono rapidamente e che hanno di solito proprietà adesive (g. adragante, g. arabica, g. lacca, ecc.), o di altre sostanze aventi anch’esse proprietà adesive, come per es. la g. d’amido, prodotto intermedio nell’idrolisi dell’amido in zucchero, più noto con il nome di destrina, usato nell’apprettatura di tessuti e nella confezione di colle. Nell’uso com., la parola è spesso adoperata come sinon. di colla, per indicare genericam. sostanze adesive: attaccare due fogli con un po’ di g.; francobolli con poca gomma. 3. Nella tecnologia del petrolio, nome dato ad alcune sostanze peciose che si formano per polimerizzazione e per ossidazione di idrocarburi olefinici presenti in alcuni tipi di benzine e che tendono a depositarsi: la loro formazione si elimina mediante additivi inibitorî. 4. In patologia, nodulo profondo della pelle, o di altri tessuti, che evolve verso il rammollimento e l’ulcerazione, dando esito a una sostanza di aspetto gommoso: g. sifilitica, manifestazione propria della sifilide terziaria, il cui contenuto è costituito da un liquido denso e filante, di aspetto gommoso; g. tubercolari, manifestazione della tubercolosi cutanea o scrofuloderma. 5. In patologia vegetale, mal della g., altro nome della gommosi. ◆ Dim. gommina (v.); accr. gommóne m., con accezione propria (v. la voce).