ghisa1
ghiṡa1 s. f. [dal fr. guise, forma rara per gueuse, voce di origine ted.]. – Prodotto siderurgico consistente in una lega ferro-carbonio contenente carbonio in una percentuale compresa tra 1,9% e 6,5% (con un valore medio intorno al 3,5%) oltre a diversi altri elementi (silicio, manganese, zolfo, fosforo, ecc.) sempre presenti come impurezze nei minerali di ferro di partenza o aggiunti per determinati scopi (rame, nichel, cromo, ecc.); il carbonio può presentarsi sotto forma elementare come grafite (gh. grigia o grafitica, tenace, adatta per le costruzioni meccaniche), o in forma combinata come carburo di ferro (gh. bianca o cementitica, che invece risulta molto fragile), o sotto entrambe le forme (gh. trotata). Le ghise, che non si prestano alla lavorazione per deformazione plastica, possiedono buone caratteristiche di colabilità, per cui vengono usate per lavori di fusione, pur essendo in massima parte destinate alla produzione degli acciai. Gh. grezza o di prima fusione, quella direttamente ottenuta dall’altoforno; gh. elaborata o di seconda fusione, quella ottenuta rifondendo la ghisa grezza; gh. speciali o gh. elaborate, le ghise di seconda fusione cui sono stati aggiunti particolari elementi; gh. malleabile, ottenuta per ricottura di ghisa bianca in ambiente neutro o ossidante (al contrario della bianca, è malleabile e duttile); gh. porcellanata, quella ricoperta di uno strato abbastanza spesso di smalto con composizione e aspetto simili a quello della porcellana; gh. speculare, ghisa bianca ad alto tenore di carbonio, contenente fino al 20-30% di manganese, utilizzata, se contenente silicio, quale disossidante nella fabbricazione dell’acciaio.