ganimede
ganimède s. m. [per antonomasia, dal nome di Ganimede (gr. Γανυμήδης, lat. Ganymedes), il bellissimo giovane rapito in cielo dall’aquila di Zeus, o da Zeus stesso in forma di aquila, per fungervi poi da coppiere alla mensa degli dèi; nel sign. 2, con riferimento all’amore particolare di Zeus per il giovane]. – 1. Giovane frivolo, fatuo, che dà grande importanza al proprio aspetto, alla propria eleganza: essere un g., fare il ganimede. 2. letter. Giovane omosessuale.