formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica delle quattro cause, causa f. è ciò per cui una cosa è quella che è, ciò che porta all’atto la potenzialità della materia ed è il principio delle proprietà di ciascun essere; anche l’esemplare, il modello, l’essere ideale di una cosa (accezione che deriva direttamente dalla forma di Platone); e principio f. è l’essenza stessa della cosa, la sua forma specifica: Virtù diverse esser convegnon frutti Di princìpi f. (Dante). b. Nella scolastica, essere f. (lat. esse formale), l’oggetto nella sua esistenza extramentale, effettiva, in contrapp. all’essere oggettivo (lat. esse obiectivum), che è l’oggetto come termine del pensiero. c. Logica f., la logica classica, in quanto studia le forme dei concetti, giudizî e ragionamenti, prescindendo dalla materia a cui si applicano, al fine di determinarne le proprietà, la validità e la loro connessione. d. In Kant, di ciò che appartiene alla forma intesa come espressione e attività dello spirito; con altra accezione, morale f., la morale kantiana, in quanto fa consistere l’esser morali nella forma del volere, nel fatto cioè che la volontà si pone nella propria legge autonoma e non si lascia determinare da un fine oggettivo o da una legge esteriore. 2. Nel linguaggio giur.: a. Negozio f., contratto f., per la cui validità è richiesta una determinata forma, di regola la scrittura. b. Istruzione f., nel diritto processuale penale, quella (ora non più in vigore) compiuta dal giudice istruttore a richiesta del pubblico ministero e assistita dalle garanzie giurisdizionali (contrapp. all’istruzione sommaria). c. Legge f. (o legge in senso f.), quella emanata dagli organi che esercitano il potere legislativo (cioè la legge vera e propria, con esclusione dei decreti-legge e dei decreti legislativi); in senso stretto e più com. (in contrapp. a legge materiale), quella che, pur provenendo dagli organi legislativi, non ha contenuto normativo, ma semplicem. amministrativo, come per es. la legge di approvazione del bilancio. d. Teoria f. del diritto, sinon. di formalismo giuridico. 3. Nell’uso com.: a. Della forma, per ciò che attiene alla forma (in contrapp. al contenuto, alla sostanza, e in genere a ciò che è più intrinseco, meno appariscente): valori f., di un’opera d’arte; ricercare, raggiungere la perfezione f., nell’espressione letteraria, in pittura, in scultura; sotto l’aspetto f., il suo comportamento è impeccabile. b. Espresso nelle debite forme, quindi chiaro, esplicito, o anche solenne: domanda, promessa, dichiarazione formale. O che è fatto, che avviene nelle forme prescritte, ed è quindi conforme a determinate regole o norme: incontro, colloquio, conversazione f., tra uomini politici, quelli svolti secondo le formalità burocratiche e quindi ufficiali (cfr. informale); crisi f., crisi politica che si apre con le dimissioni del governo. c. Con accezione limitativa, che si preoccupa esclusivamente o soprattutto della forma, dell’esteriorità, dell’apparenza, e non nasce da una reale e profonda esigenza o trascura i valori intrinseci e sostanziali: una cortesia puramente f.; un saluto, un complimento f.; una persona moto f.; un’educazione rigida e formale. 4. In matematica, di ciò che non dipende dai significati particolari che si possono attribuire ai simboli o alle operazioni, ed è legato soltanto alla loro definizione generale; in partic., proprietà formali delle operazioni, le relazioni che risultano verificate per qualsiasi scelta degli elementi sui quali si opera, ed esprimono quindi regole valide in ogni caso. 5. In riferimento alla linguistica matematica, e in genere all’impiego dei calcolatori elettronici, elementi f. del linguaggio, gli elementi più concreti e più facilmente analizzabili dell’espressione linguistica, quelli cioè rappresentati dai segni dell’alfabeto o da altri codici, la posizione delle parole nella frase, la loro frequenza, ecc., in opposizione a quelli più astratti e perciò meno facilmente traducibili in codici, tra i quali soprattutto i valori semantici delle unità lessicali. ◆ Avv. formalménte, per ciò che riguarda la forma, sotto l’aspetto formale: una statua, una canzone formalmente perfetta; un contegno formalmente impeccabile (spesso con senso limitativo: ha un temperamento dispotico, ma formalmente è gentile con tutti); espressamente, esplicitamente, o in forma solenne: promettere formalmente; dichiarare formalmente aperto un dibattito; con uso più tecnico, nel linguaggio giudiziario, istruire formalmente un processo, con il procedimento dell’istruzione formale.