folgorare
v. intr. e tr. [lat. fulgurare, der. di fulgur «folgore»] (io fólgoro, ecc.; aus. avere). – 1. intr., letter. a. Lampeggiare, balenare: il cielo folgorava a occidente; con uso impers., ant., scoppiare, detto del fulmine. b. Riferito a Giove, vibrare il fulmine: Padre, che ... folgorando Empi di tema e di spavento il mondo (Caro). 2. intr., fig., letter. a. Brillare di vivida luce: apparire Veggio i belli occhi e folgorar da lunge (Petrarca). b. Muoversi con la velocità del fulmine, piombare come folgore: Da indi scese folgorando a Iuba (Dante). c. Inveire violentemente contro persone o cose, minacciando gravi castighi: il parroco ... tuoni sovente e folgori col suo zelo contro di quelle indegne creature (Segneri). 3. tr. a. Colpire col fulmine: Giove folgorò Capaneo; per estens. (nell’uso corrente e nel linguaggio medico), al passivo, essere colpito da una scarica elettrica: essere folgorato dall’alta tensione, da un fulmine; fig.: lo folgorò con uno sguardo (cfr. il più com. fulminare). b. Poco com., emettere luce abbagliante: il sole folgorava i suoi raggi ardenti. c. poet. ant. Illuminare, rendere fulgido, risplendente: Vid’io così più turbe di splendori, Folgorate di sù da raggi ardenti (Dante, Par. XXIII, 83; altri codici e edizioni leggono fulgorate). ◆ Part. pres. folgorante, anche come agg. (v. la voce).