fico2
fico2 (ant. o settentr. figo) s. m. [lat. fīcus] (pl. -chi e -ghi). – 1. In botanica, genere di piante delle moracee (lat. scient. Ficus), con alcune centinaia di specie, alberi o arbusti epifiti o rampicanti, spesso con radici aeree, quasi tutti tropicali, con fiori riuniti in una speciale infiorescenza detta siconio, che si trova isolata o a coppie all’ascella delle foglie. La specie più nota in Europa è il f. domestico o gentile (lat. scient. Ficus carica), con rami un po’ tortuosi, ampie foglie palmato-lobate, coltivato in molte razze che si distinguono fra l’altro per la diversa epoca di maturazione dei frutti; i siconî sono di due tipi: fichi fiori (o fioroni, fichi primaticci, grossi), che si sviluppano da gemme dell’anno precedente e maturano da giugno a luglio; e fichi propriam. detti (o fòrniti), che si sviluppano da gemme dell’annata e maturano da agosto a settembre. Alcune specie sono coltivate per il bellissimo fogliame persistente (Ficus magnolioides, Ficus rubiginosa, ecc.); un’altra, Ficus elastica, dell’India, ha importanza industriale perché fornisce la gomma elastica ed è inoltre, con il nome di ficus (v.), coltivata in vaso negli appartamenti per il fogliame ornamentale. 2. Nell’uso com., la pianta della specie Ficus carico (detta anche albero di fico o l’albero del fico), e in partic. il suo frutto (o più propriam. ricettacolo), che si mangia fresco o essiccato (fichi secchi): cogliere i f., un cesto di fichi; mangiare noci e f. secchi. La parola si usa in varie locuzioni fam., come salvare o serbare la pancia ai f., evitare i pericoli, avendo cara la pelle (con altro senso, salvare la pancia per i f., mangiare poco alle prime portate, sapendo che poi ci saranno pietanze più gustose); fare fico, non riuscire in un’impresa, in un tentativo; t’ho conosciuto fico!, a persona che si dà grandi arie ed è venuta dal nulla; riprendere dattero per fico, più di quanto s’è dato: qui riprendo dattero per figo (Dante); non vale, non m’importa un f., o, con enfasi, un f. secco, nulla: francamente, tutta la roba che ho da parte, in quaderni e cassetti, non vale un f. (Ennio Flaiano); fare le nozze coi f. (o coi f. secchi), fare in forma meschina cosa che dovrebbe essere solenne, ricca. 3. fig. a. Rammendo mal fatto. b. Escrescenza su pelli conciate. c. tosc. Complimento inutile, smorfia, leziosaggine: non fate tanti f.!; quanti f.!, a chi fa complimenti, si fa cioè pregare per accettare qualcosa. 4. Nome di altre piante e dei relativi frutti: a. Fico di Adamo, sinon. di banano. b. Fico d’India, o ficodindia, v. la voce. c. Fico degli Ottentotti: nome di due suffrutici prostrati, Mesembryanthemum edule e M. acinaciforme, della famiglia aizoacee, molto ramosi, con foglie triangolari, carnose, persistenti, fiori solitarî a molti petali, rossi nel primo, gialli, rosei o porporini nel secondo, e frutti a bacca, mangerecci, detti fichi marini. Originarî del Capo di Buona Speranza, sono coltivati nei giardini e in terreni arenosi presso il mare; si trovano nelle parti più calde dell’Italia, anche inselvatichiti. 5. Fico, o pesce fico: nome dato, nelle varie regioni, a diversi pesci commestibili (lampuga o fiatola, ecc.). ◆ Dim. fichino; accr. ficóne; spreg. ficùccio; pegg. ficàccio (riferiti soprattutto al frutto).