fatica
s. f. [lat. *fatiga, der. di fatigare «affaticare»]. – 1. Sforzo materiale che si fa per compiere un lavoro o svolgere una qualsiasi attività, e di cui si sente il peso e poi la stanchezza: f. di braccia, di spalle, di gambe; f. grave, pesante, penosa, dura; f. da somari, da bestie, da facchini; una bella f., grave (ma spesso detto con tono iron.); f. lieve, gradita; durare f.; affrontare, sopportare una f.; alleggerire, alleviare la f., risparmiare una f.; tanto meglio, è tutta f. risparmiata, quando non c’è più da fare un lavoro che era stato imposto o che pareva necessario; è tutta f. inutile, sciupata, gettata e più com. sprecata; durare f. per niente; resistere alla f.; reggere alla f. (o anche reggere la f.); gente, uomini da f. (o di f.), cavalli da f., destinati a lavori pesanti; lavoro di f., di gran f., che costa f.; ci vuole troppa f. a sollevare questo masso; a lavorare alla carlona ci vuole poca fatica. Fig., riferito a cose: il ponte non resse alla f. e crollò (ma per un uso più tecnico del termine, v. oltre, al n. 6). 2. Sforzo e travaglio dell’intelletto: f. mentale; f. di cervello; la f. dello studio, dell’insegnamento; fa gran f. a intendere, a ricordare. 3. fig. Difficoltà: durare f., stentare, detto anche di cose: durò f. a crederci; dura f. a entrarci; durerà f. a bastare per tutti. Locuzioni avv.: a f. (o a gran f.), con molta pena e difficoltà: il malato cammina a f., respira a f.; è una macchina vecchia che funziona a f.; anche, a stento, a malapena: di centomila, a gran f. se ne salva uno solo (Segneri). Senza f., facilmente: fa le cose senza f.; apprende senza f.; accetterà la tua proposta senza fatica. 4. fig. Il lavoro stesso, l’occupazione, l’operare in concreto: nobili, illustri, dotte f.; l’aere bruno Toglieva li animai che sono in terra Da le f. loro (Dante); le f. di Ercole, le 12 prove di forza eroica imposte a Ercole dal re Euristeo (in senso fig., imprese difficili e molto impegnative). 5. Affaticamento, stanchezza derivante da uno sforzo compiuto, da logorio delle forze fisiche: non reggersi in piedi dalla f.; cadere, crepare dalla fatica. In partic., in medicina, la condizione di un organo o di un organismo, conseguente a lavoro prolungato o intenso, caratterizzata da progressivo esaurimento delle riserve energetiche; f. da volo (o f. del pilotaggio), stato di affaticamento psicofisiologico, dovuto a intensa e prolungata attività di pilotaggio. 6. Nella tecnologia meccanica, condizione nella quale vengono a trovarsi elementi strutturali, soprattutto metallici, per effetto di sollecitazioni dinamiche, variabili nel tempo più o meno rapidamente, che si succedono per un grande numero di cicli: rottura per fatica. In partic.: a. F. acustica, condizione in cui vengono a trovarsi strutture per effetto di sollecitazioni vibratorie determinate da intensi campi sonori, per es. parti di aerei a reazione che siano vicine ai getti dei motori. b. F. termica, condizione di sollecitazioni varie cui è sottoposto un materiale in regime termico molto variabile, come accade, per es., per parti di turbine termiche, ugelli di scarico di motori a reazione, ecc.; nel tempo, si possono produrre deformazioni più o meno importanti, sino alla rottura. c. Prove di fatica, serie di prove che simulano le condizioni reali di lavoro dei materiali da saggiare, sottoponendo i campioni a sollecitazioni cicliche di vario tipo (di trazione, di flessione, termiche, acustiche, ecc.). 7. In agraria, f. (o stanchezza) del terreno, la condizione in cui viene a trovarsi un terreno obbligato a sostenere per molto tempo la medesima coltura, con grande diminuzione della vigoria e quindi della produttività delle piante coltivate, associata al pullulare delle erbe infestanti. ◆ Dim. fatichétta; vezz. o spreg. faticùccia; pegg. faticàccia (tutti e tre dell’uso familiare).