eurofobico
s. m. e agg. Chi o che manifesta timore e contrarietà nei confronti del processo di unificazione europea. ◆ Il ministro [Renato] Ruggiero, con una foga più politica che diplomatica, ha preso di petto gli euroscettici italiani. Che sono molti, più di quanto si pensi. Siamo certamente il paese meno eurofobico d’Europa. Ma in quanto a scetticismo, non siamo secondi a nessuno. (Antonio Polito, Repubblica, 11 settembre 2001, p. 1, Prima pagina) • [tit.] [Tony] Blair agli eurofobici: «Una follia lasciare la Ue» / Londra, il premier contrattacca dopo il flop elettorale e il successo degli indipendentisti anti-Bruxelles (Adige, 16 giugno 2004, p. 4, Attualità) • «Si preferisce ascoltare Gilles Kepel piuttosto che Bernard Lewis, e questo è un errore, è chiudere gli occhi. L’antisemitismo e l’islamismo radicale aumentano: c’è un clima eurofobico che va combattuto. Chi sostiene queste tesi, come me o Alain Finkielkraut, viene tacciato di essere un “neo reazionario”: evidente stupidaggine» [Pierre André Taguieff intervistato da Stefano Montefiori]. (Corriere della sera, 19 aprile 2005, p. 20).
Composto dal confisso euro-2 aggiunto al s. m. e agg. fobico.
Già attestato nel Corriere della sera del 16 giugno 1994, p. 1, Prima pagina (Franco Venturini).