eccitare
v. tr. [dal lat. excitare, propr. «spingere fuori», comp. di ex- e citare, frequent. di ciere «far muovere, chiamare»] (io èccito, ecc.). – 1. a. Suscitare, cioè provocare o aiutare il formarsi di particolari condizioni o situazioni o sentimenti: e. l’appetito, la nausea; e. un tumulto; i piacevoli modi e gentili hanno forza di e. la benivolenza di coloro co’ quali noi viviamo (Della Casa); spingere, stimolare: e. al bene, al male, al lavoro, allo studio. Risvegliare, far sorgere un sentimento (o la manifestazione di un sentimento): e. la curiosità, l’invidia, la collera; queste parole eccitarono il riso universale (Manzoni). b. Mettere in stato di fermento, di agitazione, di esaltazione: e. il popolo, e. gli animi; e. i sensi, la fantasia (anche assol.: bevande, cibi che eccitano); con accezione più specifica, in fisiologia, stimolare, applicare uno stimolo (fisico, chimico, elettrico, ecc.) a strutture cellulari o a organi (nervi, muscoli). c. In elettrotecnica, e. una dinamo, un relè, provocarne l’eccitazione (v.). 2. intr. pron. Agitarsi, per collera o per qualche passione, passare a uno stato di orgasmo o di eccitamento: si eccita per un nonnulla. ◆ Part. pres. eccitante, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part. pass. eccitato, anche come agg., agitato, con l’animo in orgasmo: mi pareva molto eccitato; in fisica, stato eccitato di un atomo, lo stato di un atomo che ha subìto il processo di eccitazione (detto quindi atomo eccitato).