donna kamikaze
loc. s.le f. Donna protagonista di un’azione terroristica nella quale è pronta a perdere la vita. ◆ [tit.] Mosca, strage al concerto rock / Due donne kamikaze in azione: venti morti. [testo] Il terrorismo ceceno è tornato a colpire. E lo ha fatto ancora una volta per mano di donne-kamikaze. Due ragazze si sono fatte esplodere, uccidendo una ventina di persone, in mezzo a una folla di loro coetanei assiepati davanti ai cancelli dell’aerodromo di Tushino, alle porte di Mosca, per assistere a un concerto rock. (Mattino, 6 luglio 2003, p. 1, Prima pagina) • Ruslan Khuchbarov, 32 anni, nato in Inguscezia (una delle piccole regioni autonome del Caucaso russo), ma di origini e cognome ceceni, criminale comune prima di sposare la causa cecena: sono queste le generalità che la stampa moscovita attribuisce all’uomo che i terroristi di Beslan chiamavano «il colonnello» e che centinaia di ostaggi ammassati nella palestra dell’orrore hanno visto sparare, uccidere, far esplodere bombe e donne kamikaze con spietata ferocia. (Alessandro Logroscino, Sicilia, 11 settembre 2004, p. 3, Incubo terrorismo) • Rim [al-]Riashi, 21 anni, è stata la prima donna kamikaze spedita in un attacco dai vertici di Hamas. Secondo l’intelligence israeliana, era stato il marito, un operativo dell’organizzazione, a spingerla a compiere l’attentato: accusata di adulterio aveva disonorato la famiglia e la morte le avrebbe restituito la rispettabilità. (Davide Frattini, Corriere della sera, 23 marzo 2007, p. 17).
Composto dal s. f. donna e dal s. m. inv. kamikaze, di origine giapp., usato con funzione aggettivale.
Già attestato nella Repubblica del 19 settembre 1992, p. 27, Spettacoli (Irene Bignardi), con senso figurato.