ditirambo
s. m. [dal lat. dithyrambus, gr. διϑύραμβος, voce di etimo incerto]. – 1. a. Nella letteratura classica greca, genere di poesia lirica corale, che celebrava originariamente Dioniso e il culto dionisiaco (e trattò poi anche altri soggetti, estranei a Dioniso); i ditirambi, scritti in metri varî, erano cantati da un coro che danzava in cerchio, accompagnato dalla musica. b. Nella letteratura moderna, componimento lirico di vario metro e dal ritmo concitato, che esalta l’ebbrezza data dal vino ed esprime la gioia di vivere; tra gli autori più noti, G. Chiabrera e F. Redi (del quale è soprattutto famoso il Bacco in Toscana). 2. fig. Scritto o discorso in lode o a esaltazione di qualcuno o qualche cosa (con sign. prossimo a quello fig. di inno).