dink
s. m. e f. Acronimo dell’espressione ingl. Double income, no kids; doppio stipendio, senza figli. ◆ Si profila una nuova spaccatura, una sorta di Apartheid tra inclusi ed esclusi dallo Stato sociale. Quelli che in America chiamano i dink (double income, no kids), coppie sposate con due stipendi e senza figli, hanno la mutua, la pensione con tutti gli annessi e connessi. Per contro le famiglie dei sans papiers o degli chômeurs a vita, che in questi giorni fanno tremare [Lionel] Jospin, restano fuori dal raggio d’azione del Welfare. (Riccardo Chiaberge, Corriere della sera, 31 gennaio 1998, p. 31) • Precari, mammoni e un po’ problematici. I giovani milanesi sono una categoria a rischio, una razza in via d’estinzione. Lo dice l’annuale Rapporto sulla città della Fondazione Ambrosianeum curata dal sociologo dell’università cattolica Eugenio Zucchetti. […] Nel rapporto sono spiegate le cause del «rovesciamento della piramide generazionale», nato dal calo demografico che finora aveva spopolato asili ed elementari. Le coppie «dink» (double income, no kids, doppio stipendio, niente figli) secondo il neologismo americano, crescono perché le donne lavorano di più e non si accontentano di fare le mamme, perché gli uomini ci mettono più tempo a entrare nel mercato del lavoro e a costruirsi una posizione, perché le famiglie non trovano casa e quando decidono di fare un mutuo per acquistarla, comunque ne scelgono una piccola per non restare indebitati tutta la vita. (Zita Dazzi, Repubblica, 5 luglio 2006, Milano, p. II).
Già attestato nella Stampa del 6 febbraio 1992, p. 27, Economia (Valeria Sacchi).