decidere
decìdere v. tr. [lat. decīdĕre, comp. di de- e caedĕre «tagliare», propr. «tagliar via»] (pass. rem. deciṡi, decidésti, ecc.; part. pass. deciṡo). – 1. a. Risolvere, definire pronunciando un giudizio: d. una lite, una controversia, una causa; è una questione che dovete d. tra voi. b. Scegliere fra cose o possibilità diverse: non ho ancora deciso il colore della stoffa; d. di partire; abbiamo deciso di rinviare l’incontro ad altra data; ho deciso che faremo così; dobbiamo d. sul da farsi; anche assol.: per l’ora dell’incontro, lascio d. a te; che aspetti a d.?, a chi si mostra incerto sulla risoluzione da prendere. c. estens. Stabilire, fissare: d. la partenza; la data delle nozze non è stata ancora decisa. d. intr. (aus. avere) Stabilire in modo definitivo: è lui che decide della nostra sorte. Riferito a cosa, avere valore determinante: questo non decide di nulla; un tentativo che può d. del nostro avvenire (meglio da cui può dipendere ecc.). 2. non com. Indurre, determinare: d. qualcuno a parlare. Più com. il rifl. decidersi, indursi a fare una cosa, prendere una risoluzione: ci siamo decisi a vendere l’appartamento; non riesco ancora a decidermi a cominciare il lavoro; non sa mai decidersi, di persona sempre titubante, irresoluta (cfr. indeciso). 3. ant. Tagliare, separare. ◆ Il part. pass. deciṡo, oltre che con i sign. proprî del verbo (la questione è ormai decisa, definita, risolta; finora non c’è nulla di deciso, di stabilito, di definitivo), è anche usato come agg., con accezioni partic. (v. la voce).