cumulo
cùmulo (o cùmolo) s. m. [dal lat. cumŭlus; nel sign. 2, la parola è stata introdotta nella terminologia scient. dal meteorologo ingl. L. Howard nel 1803]. – 1. Mucchio, quantità di cose, per lo più dello stesso genere, raccolte insieme: un c. di roba, di libri, di monete; ho un c. di corrispondenza da sbrigare; riunire, mettere in un cumulo. Anche fig., riferito a cose astratte: per un c. di cause, di circostanze; hai detto un c. di sciocchezze, di spropositi; il c. degli stipendî, delle cariche, la riunione nella stessa persona di più stipendî o cariche. In partic., in diritto, c. soggettivo di cause, insieme di cause contro più persone connesse per l’oggetto o il titolo. 2. Nube spessa, di colore grigio o bianco, a sviluppo orizzontale, costituita da minutissime gocce d’acqua, con sommità a forma di cupola e base quasi orizzontale, dovuta a correnti ascendenti; c. di bel tempo, cumulo di colore bianco candido che si sviluppa con tempo sereno e con durata più o meno breve; c. castellato, v. castellato. ◆ Dim. cumulétto.