cultista
agg. e s. m. e f. Aderente a clan nati e sviluppatisi in Nigeria che esercitano attività criminali in patria e nei Paesi di emigrazione. ♦ Per la prima volta, la Dia nella relazione semestrale nomina i gruppi di “cultisti” più pericolosi e potenti. Accanto alla temibile Black Axe e al gruppo Eiye, si registra la minaccia dei Black Cats, i gatti neri che – per provare l’appartanenza alla setta criminale – si tatuano un gatto nero con un basco calzato in testa sulla spalla. Il gruppo è attestato in Campania dove, come spiega il documento della Dia citando un provvedimento cautelare emesso a marzo scorso dal giudice per le indagini preliminari di Napoli contro una gang di stanza a Castelvolturno, nel casertano: “Il gruppo è molto ricco, grazie ai proventi delittuosi ma anche grazie ad attività commerciali apparentemente lecite come bar, supermarket per africani, negozi di import-export […]. Tramite le loro imprese di import-export, introducono dall’Africa droga e altri beni”. (Giovanni Vasso, Giornale.it, 28 gennaio 2017, Cronache) • Black Axe, Maphite, Supreme Eiye Confraternity, Ayee sono nomi di «cult» che riempiono ormai da anni le nostre cronache; collegandoli come puntini su un foglio mostrerebbero forse un disegno più ampio, imbarazzante per un malinteso senso di correttezza politica: dibattere pubblicamente sui mafiosi nigeriani offre argomenti ai razzisti nostrani? È vero il contrario, perché le prime vittime dei «don» (i capi cultisti) sono ragazze nigeriane vendute come schiave sulla Domiziana e giovani nigeriani (i «baseball cap») ridotti a elemosinare davanti ai bar di Roma o di Milano per ripagare debiti di famiglia contratti in Nigeria. (Goffredo Buccini, Corriere della sera.it, 21 ottobre 2018, Cronache) • Castel Volturno e Palermo (quartiere Ballarò) sono le capitali del Sud, in mano ai Black Axe, ma le confraternite cultiste si stanno espandendo soprattutto nei terreni vergini del Centro-Nord: Torino, Bologna, Ferrara, Mestre. […] Non tutti i cultisti sono criminali, insomma. Anche se l'unica sentenza della Cassazione in materia (5 maggio 2010) ha consegnato i Black Axe al ritratto della mafiosità più chiara: "pongono in essere atti vessatori nei confronti della comunità nigeriana, intimidendo i connazionali sino a conseguirne obbedienza e omertà", "ogni nigeriano sa dell'esistenza di tali gruppi e ne teme la violenza", "il sodalizio mantiene un carattere segreto", "commissionano violenze in patria ai danni dei parenti di chi li denuncia". (Fabio Tonacci, Repubblica.it, 17 febbraio 2019, R: Criminalità).
Dall’ingl. cultist (‘seguace di confraternite nigeriane chiamate Cult’).