cranio
crànio s. m. [dal lat. mediev. cranium, gr. κρανίον]. – 1. Lo scheletro della testa nell’uomo e negli animali vertebrati, o, più precisamente, la parte superiore della testa ossea, che costituisce la teca encefalica. In anatomia umana, comprende due porzioni, cranio propriamente detto e faccia; la prima, contenente l’encefalo, è composta da otto ossa (l’occipitale, i parietali, i temporali, il frontale, l’etmoide, lo sfenoide), ha forma ovoidale e corrisponde alla fronte e al cuoio capelluto. In anatomia comparata, si distingue in neurocranio, che racchiude e protegge l’encefalo e gli organi di senso, e splancnocranio (o c. viscerale), che sostiene la porzione anteriore del tubo digerente (masticatoria e respiratoria) per mezzo degli archi viscerali; è cartilagineo nell’adulto dei ciclostomi e dei selaci, mentre dai teleostomi in su è sempre, in parte o completamente, osseo. Con riferimento soprattutto al cranio umano: deformazioni, anomalie del c.; riportare la frattura del c.; trapanazione del c., pratica chirurgica, nota anche a livello etnologico (v. trapanazione). In etnologia, deformazione del c., uso diffuso tra molte popolazioni primitive, spec. delle due Americhe, dell’Indonesia, della Melanesia, del Congo, consistente nello stringere tavolette, fasce o altro intorno alla testa del neonato, per lo più del maschio, in modo da deformarlo permanentemente, a scopo estetico, o igienico, o come distinzione di classe. 2. fig., fam. Testa, mente, cervello: avere il c. duro; è difficile fargli entrare nel c. la verità. È limitata all’uso pop. e giovanile la locuz. a cranio come equivalente (velleitario o scherzoso) di a testa, con valore distributivo: dividendo la spesa fra tutti, la cena ci verrà a costare trenta euro a cranio. ◆ Dim. craniétto.