corvo1
còrvo1 (ant. còrbo) s. m. [lat. cŏrvus]. – 1. a. Nome comune delle varie specie di uccelli corvidi del genere Corvus, di diverse dimensioni che vanno dal grosso c. imperiale (Corvus corax) al più piccolo c. comune (C. frugilegus); simili alla cornacchia nera, sono caratterizzati dal piumaggio di color nero a riflessi e dalla forma del becco che presenta la mandibola superiore diritta. b. Locuzioni: nero come un c., di persona che abbia capelli e carnagione assai scuri; pare un c., anche di persona che abbia aspetto sinistro o di iettatore; c. del malaugurio, chi annuncia disgrazie o si mostra troppo scettico sul buon esito di un’impresa e sim. È anche voce di scherno e di spregio (come il suo pegg. corvaccio). 2. Con varî attributi, è nome di uccelli non appartenenti alla famiglia corvidi; per es., c. marino e c. di notte, nomi region. del mignattaio e della nitticora; c. di mare o c. acquatico, altri nomi del marangone. 3. Pesce del genere corvina della famiglia scienidi (Corvina nigra): è lungo da 20 a 30 cm, ha il dorso e i fianchi di colore bruno cinereo, il ventre giallo argenteo; le sue carni sono abbastanza apprezzate. 4. a. Macchina ossidionale romana costituita da una trave sospesa a un castello di legno mobile e terminante con un grosso uncino di ferro, a becco di corvo, con cui era possibile trarre a sé le macchine difensive degli assediati o strappare pezzi di muraglia già sconnessi dai colpi dell’ariete. b. Nella marina dell’antichità classica, apparecchio portato dalle navi militari e munito di un robusto uncino che, nella manovra di abbordaggio, si lasciava cadere sulla coperta della nave nemica per agganciarla, in modo da poterla assalire con le truppe imbarcate. 5. In astronomia, piccola costellazione presso lo Zodiaco, a sud della Vergine. ◆ Dim. corvétto (v.); pegg. corvàccio, spec. usato come titolo di spregio a persona invisa o che si ritiene porti disgrazia.