cornice2
cornice2 s. f. [dal gr. κορωνίς -ίδος «linea curva, compimento» (der. di κορωνός «curvo»), prob. incrociato con cornix -icis «cornacchia», esistendo in greco (dalla stessa radice di κορωνός) κορώνη «cornacchia» e «cornice2»]. – 1. Telaio di legno o d’altra materia, variamente sagomato, che inquadra un dipinto (o anche fotografie, specchi e sim.) per isolarlo dall’ambiente circostante e metterne in risalto i valori: una c. dorata, argentata; specchio con c. veneziana originale; mettere in cornice un quadro, un’incisione, una stampa. 2. estens. Qualsiasi elemento che circondi e limiti una superficie, costituendone un abbellimento; così per es. i fregi marginali, miniati o silografici, nei libri manoscritti o stampati, il fregio ricorrente sui margini di una pergamena, ecc. Fig.: la c. dei capelli neri dava rilievo alla sua carnagione delicata; una vecchia papalina, che gli faceva c. intorno alla faccia (Manzoni); e con riferimento a ricchezza di addobbi, a splendore di elementi decorativi e scenografici: la festa si è svolta in una c. sfarzosa. Con altro senso fig., parte accessoria di una narrazione, di un discorso, che serve a collegare e inquadrare le varie parti: la c. del Decameron; vale più la c. che il quadro (modo prov.), vale più, o è più appariscente, la parte accessoria che quella principale (o anche, spesso, più il vestito che la persona). 3. In architettura, membratura composta di varie modanature parallele, variamente sagomate e aggettanti reciprocamente, che sporge dal vivo di un organismo strutturale secondo andamenti che corrispondono a reali funzioni costruttive (come le cornici di coronamento di gronda, di davanzale, di marcapiano), a esigenze architettoniche (come le cornici di porte e finestre) o a scopi decorativi (come le cornici di riquadri, specchiature, stucchi). In partic., la parte più alta e aggettante che nelle trabeazioni degli ordini classici si sovrappone al fregio e, sormontata dal tetto o dal frontone, costituisce il motivo terminale dell’organismo. C. architravata, tipo di trabeazione costituita dall’architrave e dalla cornice dell’ordine ionico senza il fregio interposto, e quindi a diretto contatto fra loro. 4. a. Gradino inciso orizzontalmente in una parete di roccia, più stretto della cengia. b. Con sign. analogo, Dante chiama cornici le varie balze del Purgatorio. c. C. nevosa, particolare struttura dei nevati, dovuta a correnti aeree che sospingono le nevi al di sopra della cresta, di là dalla quale la neve stessa, impedita nella caduta da vortici ad asse orizzontale che a volte si formano lungo le pareti sottovento, si consolida in una formazione sporgente. 5. In diritto, legge c., sinon. meno com. di legge quadro (v. quadro2). ◆ Dim. cornicétta, cornicina; accr. cornicióne m. (v.).