controllo parentale
loc. s.le m. Barriera elettronica che impedisce ai minori la visione di trasmissioni televisive a pagamento o la navigazione su siti della rete telematica non ritenuti idonei dai genitori. ◆ «sappiamo quanto i bambini, soprattutto se privi di controllo parentale, prendano a modello i personaggi proposti dalla tv» [Ernesto Caffo intervistato da Claudia Provvedini]. (Corriere della sera, 6 maggio 1998, p. 37) • un telefonino, il primo, disegnato per i gusti dei preteens, gli 8-12enni consapevoli e mobili del più appetibile dei mercati. Ma che convince anche gli adulti per sicurezza e limiti di utilizzo. Solo cinque tasti: per inviare una chiamata, per terminarla, per entrare nella rubrica, per telefonare a mamma e per sentire papà. Solo 22 nomi memorizzati con Pin a prova controllo parentale. Un 113 sempre attivo anche senza credito. (Alessandra Retico, Repubblica, 15 aprile 2005, p. 35, Cronaca) • Il Moige, Movimento Italiano Genitori, accusa il canale satellitare Sky Vivo «per aver mandato in onda nella trasmissione “L’uomo perfetto”, (in fascia protetta) scene di nudità maschile». Pronta la replica di Sky: «La Pay Tv offre molti strumenti per il controllo parentale. Le affermazioni del Moige sono offensive e destituite di ogni fondamento». (Corriere della sera, 21 aprile 2007, p. 53).
Composto dal s. m. controllo e dall’agg. parentale, ricalcando l’espressione ingl. parental control.
Già attestato nella Stampa del 3 luglio 1996, Tuttoscienze, p. 4 (Giovanni Valerio).