continuita
continuità s. f. [dal lat. continuĭtas -atis]. – 1. Qualità d’esser continuo, estensione non interrotta nel tempo, o anche nello spazio: c. d’un moto; impiego che ha carattere di c.; c. di pensiero, successione ininterrotta di una tradizione di pensiero da un periodo storico all’altro; discorso, scritto che manca di c., di connessione logica fra le varie parti. Soluzione di c., nel linguaggio medico, discontinuità in un tessuto organico (anche, soluzione di continuo); fig., interruzione nel tempo e nello spazio, distacco: non vi è soluzione di c. fra i due periodi storici. 2. Con accezioni partic. in varie discipline: a. In biologia, c. del plasma germinale, teoria biologica secondo la quale fin dallo sviluppo embrionale ci sarebbe una precoce separazione tra cellule destinate a formare i gameti (e contenenti l’intero plasma germinale con tutte le informazioni ereditarie) e cellule somatiche in grado di dare origine soltanto a tessuti o organi; la linea somatica sarebbe destinata a interrompersi con la morte dell’individuo, mentre quella germinale potrebbe considerarsi immortale in quanto trasferirebbe l’intero plasma germinale agli individui delle generazioni successive. b. In filosofia, principio (o legge) di c., secondo Leibniz, affermazione del fatto che, nell’universo, ogni mutamento e ogni differenza possono essere ridotti a una graduazione infinita di stati intermedî. c. In fisica, sulla base delle teorie quantistiche per le quali i corpi sono sostanzialmente discontinui, la c. viene considerata l’apparenza che i nostri sensi ricevono, per la loro limitatezza, dalla struttura e proprietà dei corpi, o una voluta semplificazione, spesso lecita e conveniente, di dati molto più complessi. d. Nel linguaggio scient., il carattere e la proprietà di un ente che si definisce continuo. Con sign. specifico, in matematica, nella teoria degli insiemi (e in partic. nelle sue applicazioni alla geometria e alla teoria dei numeri), postulato di c., postulato fondato su due proprietà che possono essere enunciate in maniera semplice nel caso della c. della retta: per la prima proprietà, presi comunque due punti sulla retta, esiste sempre un terzo punto di essa compreso tra i primi due; per la seconda, se la retta viene divisa in due parti, esiste sempre un punto, estremo di una delle due parti, che le separa (proprietà analoghe vengono individuate nel caso della c. dell’insieme dei numeri reali). e. In elettrotecnica sono chiamati gruppi di c. gli alimentatori capaci di continuare a fornire energia elettrica, senza interruzione avvertibile, anche in caso di mancanza di fornitura da parte della rete. Quando non è tollerabile ammettere interruzioni nemmeno di frazioni di secondo, come nel caso dell’alimentazione di elaboratori elettronici (che con un’interruzione rischiano la perdita di programmi e di dati), si parla di c. assoluta.