cetra
cétra (ant. cétera) s. f. [lat. cĭthăra, dal gr. κιϑάρα; cfr. chitarra]. – 1. Strumento in uso nell’antichità classica (spec. in Grecia, dove era attributo di Apollo), costituito da una cassa armonica di varia forma sulla quale si levavano due bracci congiunti in alto da un’assicella: le corde erano tese tra la cassa e l’assicella, e venivano pizzicate col plettro o, più raramente, con le dita; si distingueva dalla lira per le maggiori dimensioni e la struttura più robusta, spec. della cassa armonica. 2. Strumento della famiglia dei liuti (e da cui derivò poi la chitarra), in uso nei secoli 16° e 17°, formato da una cassa di risonanza a fondo piatto e una tastiera con traversine fissata a un lungo manico su cui erano tese le corde, metalliche, per lo più doppie, che venivano pizzicate con le dita o col plettro. 3. Strumento popolare, detto anche cetra da tavolo (in ted. Zither), in uso nei paesi tedeschi meridionali, formato da una cassa armonica piatta, con uno dei lati ricurvo; le corde per la melodia, in numero di 5, tese su una tastiera con traversine, vengono pizzicate con un plettro ad anello infilato nel pollice della mano destra (la sinistra opera sulla tastiera per modificarne la lunghezza), le altre, d’accompagnamento, sono fatte vibrare a vuoto dalle altre dita, a pizzico. 4. fig., letter. Facoltà o ispirazione poetica, poesia: Secca è la vena de l’usato ingegno E la cetera mia rivolta in pianto (Petrarca). Anche in senso più concr., ma come simbolo della poesia e dell’attività poetica: Ed ora infrangasi Qui su la pietra, Finché è ancor libera Questa mia c. (Fusinato).