celentanese
s. m. e agg. Il linguaggio tipico di Adriano Celentano; proprio di Adriano Celentano. ◆ è bastata una manciata di canzoni e un punto di contatto: «C’era un ragazzo», una canzone che Celentano ha sicuramente invidiato al collega [Gianni Morandi], per mandare in visibilio la memoria sentimentale del pubblico. Ma alla fine tutto è musica, anche la gag con Teo Teocoli in puro celentanese, ovvero da una finta confessione allo sfogo di «Il tuo bacio è come un rock». (Gino Castaldo, Repubblica, 22 ottobre 1999, p. 50, Spettacoli) • «Rockpolitik» è tecnicamente un buon programma, curato, splendida scenografia, effetti, luci, regia puntuale. Troppo lungo, come sempre le prime serate, e naturalmente troppo pieno di pistolotti, ma quello è lo stile celentanese, noto da quando egli va in tv. (Alessandra Comazzi, Stampa, 29 ottobre 2005, p. 29, Spettacoli) • [Adriano Celentano] tuona contro [Donato] Antonellis: «Lei dovrebbe stare dalla parte della signora, anche fisicamente». E il consigliere: «Posso farlo ora». Celentano: «Lo faccia allora». Il miracolo celentanese si compie, Antonellis raggiunge la signora e promette la radiazione dall’Albo di [Demetrio] Altobelli per l’8 aprile, giorno in cui si riunirà l’Ordine. (Micaela Urbano, Messaggero, 31 marzo 2008, p. 10, Cronache).
Derivato dal nome proprio (Adriano) Celentano con l’aggiunta del suffisso -ese.
Già attestato nella Repubblica del 28 maggio 1985, p. 21, Spettacoli (Anna Maria Mori), usato come s. m.