cava2
cava2 s. f. [lat. *cava (cfr. lat. cavum), femm. sostantivato dell’agg. cavus «cavo, incavato»]. – 1. ant. a. Luogo cavo o scavato per varî fini, buca, fossa, cavità: dentro a quella cava [cioè la bolgia] Dov’io tenea or li occhi (Dante). b. Tana, covile, spelonca. 2. a. Scavo di materiale utile per costruzioni civili e, per estens., il luogo stesso dello scavo: c. di pietra, di marmo, di pozzolana, ecc.; c. a cielo aperto, se la formazione è raggiungibile direttamente dall’esterno (e, a seconda del tipo di coltivazione consentito dalla roccia e dalla giacitura, c. a gradini, a scarpata, a imbuto, ecc.); c. in galleria, se la formazione non è raggiungibile dall’esterno. b. fig. Grande abbondanza (cfr. l’uso sim. di miniera): una c. di denari, di spropositi; essere la c., avere la c. di qualche cosa, possederne in grandissima quantità: mio zio è una c. inesauribile di barzellette; sei sempre qui a chieder quattrini: credi forse che io ne abbia la cava? 3. Scanalatura praticata nei nuclei delle macchine elettriche, in cui trovano posto gli avvolgimenti. ◆ Dim. (poco com.) caverèlla.