catasto
(ant. anche catastro e, a Venezia, catàstico) s. m. [dal gr. biz. κατάστιχον «registro», da κατά στίχον «riga per riga»]. – In origine, qualsiasi rassegna di beni, anche mobili, e di possessori, allo scopo di ripartire il carico fiscale; quindi le operazioni atte ad accertare la proprietà, in particolare ai fini dell’imposta fondiaria, e, a volte, l’imposta stessa. Oggi, propr., l’inventario generale dei beni immobili, contenente le particolarità relative alla consistenza e alla rendita censuaria dei beni stessi e alle persone o enti che ne hanno la proprietà e il possesso: c. rustico o fondiario, quello che riguarda i terreni, c. urbano o edilizio, quello che riguarda i fabbricati; c. descrittivo, se si limita alla descrizione generale dei beni rinunciando a rappresentazioni grafiche; c. geometrico, se i rilievi che vengono riportati in planimetria servono a determinare l’estensione delle proprietà; in senso generico, fare, formare, rinnovare il c.; mettere, porre, segnare a c. o al catasto. Ufficio del c., quello dove sono conservati e tenuti aggiornati i libri catastali; spesso detto abbreviatamente il catasto: andare, recarsi al catasto.