caricatura
s. f. [der. di caricare, nel sign. di «esagerare (i tratti caratteristici di una persona accrescendone la sproporzione)»]. – 1. ant. Azione del caricare: c. della legna, dei sacchi, ecc.; raro, caricamento di un’arma da fuoco o la carica stessa di esplosivo: sopra la stoppa metteva una conveniente c. di polvere (Redi). 2. a. Ritratto che, senza abolire la rassomiglianza con la persona, ne accentua in modo ridicolo o satirico i tratti caratteristici: fare, disegnare una c.; album, giornale di caricature; fig., è, pare una c., di persona goffa; è diventato la c. di sé stesso. Anche l’analoga rappresentazione, con parole, di persone o di aspetti della vita: con poche battute ha fatto una spiritosa c. del suo capufficio; fare la c. dei costumi di un secolo, delle idee di un ambiente sociale, ecc.; mettere in c., ridicolizzare. b. estens. Imitazione maldestra: molti poeti hanno imitato Petrarca, ma spesso ne sono stati solo la caricatura. c. Più genericam., esagerazione di proporzioni rispetto alla realtà o alla normalità, che susciti un senso di ridicolo: i suoi atteggiamenti sono tutti una c.; cerimonia che è stata una vera caricatura.