canzone
canzóne (ant. canzóna) s. f. [lat. cantio -ōnis, der. di canĕre «cantare» (supino cantum)]. – 1. Componimento lirico formato da un numero indeterminato di stanze o strofe (in genere da 5 a 7), costituite a loro volta da un numero vario di endecasillabi, o endecasillabi e settenarî variamente disposti, rimati tra loro; si distingue la c. classica (detta anche c. petrarchesca, dal nome del Petrarca che ne diede esempî mirabili), in cui le stanze hanno tutte lo stesso schema della prima e che si chiude con un commiato o congedo, più breve; e una c. libera (o leopardiana, dal nome del Leopardi), in cui le stanze sono indipendenti l’una dall’altra e l’alternaza dei versi e delle rime segue schemi meno rigidi. 2. Canzone a ballo, altro nome della ballata italiana antica (v. ballata). 3. Canzoni di gesta (fr. chansons de geste), componimenti francesi medievali di argomento epico. 4. a. Breve componimento lirico destinato a essere cantato con accompagnamento musicale: c. popolari, c. di protesta; intonare una c.; oggi soprattutto riferito alle composizioni per canto e strumenti, di genere leggero, un tempo dette canzonette: il lancio di una nuova c.; e con valore collettivo: la c. italiana, il festival della canzone. b. fig. Di atti o discorsi che si ripetono con uggiosa monotonia: ricominci la solita c.?; è sempre la stessa canzone. Con altro senso fig., non com., mettere in c., mettere in burla, in ridicolo; essere la c. di tutti, essere lo zimbello, essere oggetto di riso. ◆ Dim. canzoncina, canzonétta (v.), canzonèlla (v.); pegg. canzonàccia.