burla
s. f. [prob. lat. *burrŭla, dim. di burrae «scherzi»]. – 1. Scherzo a gesti o a parole fatto ad altri senza cattiva intenzione, con lo scopo di ridere alle sue spalle: parmi che la b. non sia altro che un inganno amichevole di cose che non offendano, o almen poco (B. Castiglione); fare una b.; prendere, mettere in b. una cosa, non darci peso, scherzarci sopra; fare, dire per b. (ant. e region. da b.), per scherzare: parlo sul serio, non per b.; non sono cose da farsi (o da dirsi) neppure per b.; fuor di b., seriamente, lasciando da parte gli scherzi; come locuz. aggettivale, da burla, riferita a persona o cosa priva di serietà, d’importanza, d’autorità: un medico, un oratore da b.; non mi pare un male da burla. Talora si usa a significare cosa da poco, inezia: non è certo una b. dover rifare tutto il lavoro; per lui mille euro sono una burla. 2. Nome con cui fu talvolta indicata nel Settecento l’opera comica italiana (anche nelle forme del dim. burletta, burlettina), e in qualche caso, come titolo, lo scherzo musicale. ◆ Dim. burlétta (v.), burlettina.