buonistico
agg. Che richiama atteggiamenti improntati a un eccesso di buoni sentimenti e a evitare situazioni di scontro e tensione. ◆ Gli sfoghi di [Christian] Vieri? «È una cosa che gli stessi compagni hanno visto come la reazione di uno che urla in un bar senza motivo. Non siamo intervenuti come società perché io stesso ho parlato con Vieri. Con lui è necessario andare alle origini del suo intervento, per capire quanto voglia il bene della società. Non è stato un atteggiamento buonistico. Il buonismo mi dà fastidio, mi fa arrabbiare. Lui non ha remato contro, non è il suo modo di fare. E nessuno lo ha mai fatto» [Massimo Moratti intervistato da Fabio Monti]. (Corriere della sera, 30 ottobre 2003, p. 46, Sport) • [Pagine] Commoventi ma non sentimentali. Non «buonistiche», come, con orribile neologismo che speriamo non duri, si dice ora in Italia. (Laura Lilli, Repubblica, 18 marzo 2006, Almanacco dei libri, p. 51) • Non è un’operazione banalmente commerciale, il «novantasessantanovanta» politicamente e etnicamente corretto, ma un’audace, felpata operazione di diffusione teologica. Vedere un centinaio di ragazze di periferia in fila per diventare ufficialmente bellissime servirà a ridurre in polpetta il pregiudizio, i tartufismi e le bigotterie assai più che mille leggi proclami e ukaze buonistici e governativi in un Paese dove è vietato inquinare la favella nazionale con espressioni incongeniali come l’origine etnica. (Domenico Quirico, Stampa, 24 maggio 2007, p. 21, Cronache Italiane).
Derivato dall’agg. buono con l’aggiunto del suffisso -istico.
Già attestato nel Corriere della sera del 27 ottobre 1996, p. 7, Politica.