azimut
àżimut (ant. ażimuto o ażżimutto) s. m. [dall’arabo as-sumūt «le direzioni», pl. di assamt (ma erroneam. inteso come invar. sing. e plur.), attrav. lo spagn. acimut]. – Termine originariamente introdotto da geografi arabi per indicare direzioni orizzontali, poi usato anche per indicare l’angolo che una di tali direzioni forma con un’altra di esse presa come riferimento, che di norma è quella del nord geografico; il termine è ancora in uso per indicare una delle due coordinate polari sulla superficie terrestre, cioè l’angolo che l’arco di cerchio massimo terrestre C da un punto di riferimento O (origine) al punto P che interessa forma con il meridiano di O (l’altra è la distanza polare, lunghezza dell’arco C da P al polo dell’emisfero interessato). Analogam., in astronomia, l’azimut è una delle due coordinate altazimutali di un astro: l’ampiezza dell’arco di orizzonte compreso tra il punto sud (in ciò differendo dall’uso geografico) e la proiezione sferica dell’astro sull’orizzonte. Di qui, estensivamente, il termine è passato in matematica, con riferimento a un sistema di coordinate polari: a) nel piano, l’angolo (detto anche anomalia) fra l’asse polare e il raggio vettore; b) nello spazio, l’angolo diedro (detto anche longitudine) di ampiezza fra 0 e 2π, compreso fra il piano polare e quello uscente dal raggio vettore.