asso
s. m. [lat. as assis «l’unità; asse (moneta)»]. – 1. a. Nelle carte da gioco, la carta corrispondente all’uno, che ha cioè un segno solo: a. di bastoni, di denari, a. di cuori, di quadri, ecc.; avere, pescare, buttare l’a.; a. di briscola; poker d’assi; a. pigliatutto (v. pigliatutto); avere l’a. nella manica, fig., avere sicure possibilità di vittoria, di riuscita; accennare l’a., nel gioco della briscola, fare cenno al compagno, strizzando l’occhio, di avere in mano l’asso, e fig., scherz., essere cieco da un occhio o avere il difetto di strizzare spesso l’occhio. b. Analogam., nei dadi da gioco, la faccia segnata con un punto solo. 2. In parecchi giochi, l’asso è la carta di maggior valore; di qui, in senso fig., essere un a., di persona che ha qualità eccezionali, unica nel suo genere: è stato sempre un a. nella matematica; è l’a. dei furfanti; anche, essere l’a. di briscola, eccellere sugli altri, essere la persona più importante o autorevole in un gruppo. Sull’esempio del fr. as, il termine è stato usato per indicare gli aviatori distintisi in difficili prove: un a. dell’aviazione; e per estens., chi eccelle nella pratica di uno sport: gli a. del ciclismo; a. del volante, campione dell’automobilismo; meno com., di popolari artisti del cinematografo: un a. dello schermo. 3. Hanno sign. particolare le locuz. (variamente spiegate quanto all’origine) lasciare, piantare in a., restare, rimanere in a., abbandonare o essere abbandonato improvvisamente, quando meno uno se l’aspetta.