artista
s. m. e f. [dal lat. mediev. artista «maestro d’arte»] (pl. m. -i). – 1. Chi esercita una delle belle arti (spec. le arti figurative, o anche la musica e la poesia): gli a. del Rinascimento; gli a. della scuola romana. Come termine di classificazione professionale e dell’uso com., anche chi svolge attività nel campo dello spettacolo (teatro, cinema, ecc.): a. lirico; a. di varietà; gli a. della radio, della televisione; i camerini degli a.; ingresso riservato agli artisti. Il termine implica spesso un giudizio di valore ed è allora attribuito a chi nell’arte professata ha raggiunto l’eccellenza: è un vero a., un grande a., un a. di genio. Con riferimento alla poesia, è talora contrapposto a poeta, considerando come qualità proprie di questo la forza dell’ispirazione e del sentimento, l’altezza della fantasia, e attribuendo all’artista soprattutto virtuosismo e abilità tecnica. Per la facoltà degli a., o facoltà delle arti, nelle università medievali, v. arte, n. 1 a. 2. estens. Chi ha fine senso dell’arte ed è aperto al sentimento del bello: ha un’anima d’a.; parla, scrive, suona da a.; o chi eccelle nella propria professione, attività o mestiere: quel chirurgo è un a.; ho trovato un falegname che è un vero a.; questo giovane calciatore è un a. del pallone. 3. ant. Artigiano: la cittadinanza, ch’è or mista Di Campi, di Certaldo e di Fegghine, Pura vediesi ne l’ultimo artista (Dante). ◆ Spreg. artistùcolo; rari l’accr. artistóne e il pegg. artistàccio (tutti con il rispettivo femm. -a).