arrampicarsi
v. intr. pron. [der. di rampicare] (io m’arràmpico, tu t’arràmpichi, ecc.). – 1. a. Salire aggrappandosi, detto di persone o d’animali, e per estens. di piante o altro: a. sugli alberi, su una roccia; a. come uno scoiattolo; apparve una donna che cercava di nascondersi dietro un ginepro: tentava di a. per la ripa, ma scivolava (Francesco Biamonti); l’edera s’era arrampicata su per il muro. Locuz. fig.: a. sugli specchi, sui vetri, tentare azioni difficili o impossibili, sostenere ragioni senza fondamento; insegnare ai gatti ad a., voler insegnare a chi già sa. b. Anche senza la particella pron.: per l’erte scale Arrampica qual puoi (Parini); spec. in alpinismo, dove indica una forma di progressione in cui si è costretti per procedere (in salita o in discesa) a far uso delle mani, sfruttando gli appigli e gli appoggi della roccia. 2. estens. a. Salire con lestezza, con agilità: dovevi vedere come s’arrampicava su per la collina. Nel linguaggio sport., riferito anche a chi compie un’ascensione alpinistica o a chi supera una salita nelle gare ciclistiche. b. Salire con fatica, spec. in usi fig.: il trenino s’arrampicava su per la montagna; una strada che s’arrampicava per oltre un chilometro fino al castello. ◆ Part. pres. arrampicante, anche come agg., soprattutto nella locuz. piante a. (e anche come s. f. o, più raram., m.), forma meno com. di rampicante (v.).