antiriforma
(anti-riforma, anti riforma), agg. Che si oppone alla realizzazione di una riforma. ◆ c’è chi insinua che dietro la lettera anti riforma firmata nei giorni scorsi da una quarantina di dirigenti, ci sia il «buon consiglio» di qualcuno dei direttori messi in agitazione dal probabile arrivo dei manager esterni. (Enrico Del Mercato, Repubblica, 6 aprile 2000, Palermo, p. III) • Un appello anti-riforma Moratti, promosso via internet da due associazioni di cattedratici, in una settimana ha raccolto 14 mila adesioni, alcune delle quali inviate dall’estero, dai famosi «cervelli» fuggiti dall’Italia. (Luigi Pasquinelli, Messaggero, 5 marzo 2004, p. 2, Primo piano) • Alla Sorbona già due volte il rettorato ha fatto intervenire la polizia per sgombrare l’anfiteatro Richelieu e una parte del secondo piano, occupato da non più di duecento studenti. Giovedì sera c’è stata anche qualche avvisaglia di scontri nelle vie del Quartiere latino dopo il corteo antiriforma, peraltro assai modesto nei numeri e affollato più da studenti medi che da universitari. (Domenico Quirico, Stampa, 24 novembre 2007, p. 14, Estero).
Derivato dal s. f. riforma con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 22 gennaio 1989, p. 13, Politica estera (Ezio Mauro).