antimonio
antimònio s. m. [dal lat. mediev. antimonium, forse adattam., con conglutinazione dell’art., dell’arabo ithmid, che, come il lat. stibium, gr. στίβι, στίμμι «antimonio», è forse dall’egiz. ant. sdm, copto stim]. – Elemento chimico, metallo tri- e pentavalente, di simbolo Sb (tratto dal nome lat. scient. Stibium), numero atomico 51, peso atomico 121,75, appartenente al quinto gruppo del sistema periodico; raro allo stato nativo, è componente di diversi minerali, dai quali si ottiene. Inalterabile all’aria, è usato in leghe dure e facilmente fusibili (per es. quella dei caratteri da stampa); numerosi e importanti i suoi composti, alcuni dei quali usati in medicina (tartrato di a., tioglicolato di a., ecc.), in tintoria come mordenti (ossalato di a., tricloruro di a., trifluoruro di a.), nell’industria degli smalti e dei vetri (triossido di a., detto bianco di a., e tetrossido di a.), come pigmenti per colori e vernici (ossisolfuro di a., detto cinabro di a., antimoniato basico di a., detto giallo di a., pentasolfuro di a., ecc.). A. crudo, trisolfuro di antimonio naturale (stibina), fuso e colato in pani; regolo di a., antimonio grezzo impuro.