alloro
allòro s. m. [lat. laurus, prob. attrav. (il)la laurus, con concrezione e successiva deglutinazione dell’articolo]. – 1. a. Albero o arbusto della famiglia lauracee (lat. scient. Laurus nobilis), alto fino a una decina di metri, con foglie persistenti coriacee, fiori giallognoli, drupe ellittiche, nere, contenenti un seme con grossi cotiledoni, largamente coltivato come pianta ornamentale. Dai frutti freschi si ottiene per pressione, o facendoli bollire in acqua, il burro di lauro, usato nella preparazione di cosmetici e nell’industria del sapone; dalle foglie, usate in cucina per aromatizzare alcune vivande, si ottiene inoltre l’olio essenziale di lauro, usato per profumare liquori e saponi e in medicina come stimolante e antisettico. b. Nell’antichità greco-romana, l’alloro era sacro ad Apollo, e simbolo di sapienza e di gloria: di corone di a. si cingeva la fronte dei poeti e dei vincitori; ancora oggi l’alloro viene raffigurato su stemmi, medaglie, ecc. Di qui l’uso fig. per trionfo, premio, vittoria, gloria: l’a. della vittoria; l’a. olimpico; riportare, conquistare l’a.; quel grande [il Machiavelli], Che temprando lo scettro a’ regnatori, Gli allòr ne sfronda (Foscolo); Tu la nascente Lavinia prole, e gli anni Lieti vedesti, e i memorandi allori (Leopardi); dormire, riposare sugli allori, di chi, pago di qualche successo, resta poi inoperoso. 2. A. spinoso: sinon. di agrifoglio.