alabastro
s. m. [dal lat. alabastrum, gr. ἀλάβαστρον]. – 1. Roccia sedimentaria a struttura fibrosa e fibroso-raggiata, compatta, traslucida, a zone concentriche spesso diversamente colorate (dal bianco al giallo-bruno), esistente in due differenti tipi, l’a. gessoso o di Volterra, più tenero e meno pregiato, e l’a. calcareo o orientale (detto anche onice se recante zone a tinte molto distaccate); vengono entrambi usati come pietre da decorazione e per piccoli oggetti ornamentali. 2. Vaso di alabastro di piccole dimensioni destinato a contenere unguenti e olî profumati: nell’arte fenicia e fino all’età ellenistica, aveva forma conica arrotondata in basso; più tardi, il nome si estese anche a vasi, di forma simile o diversa, di altra materia (terracotta dipinta, vetro, argento, oro), usati per contenere unguenti e profumi. 3. Come termine di confronto e in espressioni fig., indica candore diafano e delicato, soprattutto della pelle: viso, mani, carnagione di alabastro.